Ad oggi, anche nel settore civile, è già previsto l’utilizzo droni o mezzi privi di equipaggio, sia terrestri che aerei, per rendere più efficiente la gestione della sicurezza, ad esempio i piccoli rover-robot per la verifica e la bonifica dei siti contaminati da materiali esplosivi o tossici o multicotteri per l’ispezione dei siti ad incerto contenuto. Inoltre queste soluzioni, visto il basso costo, vengono impiegate per le semplici pulizie domestiche, basti pensare al pulitore per piscine o al robottino domestico che aspira i pavimenti).
Ciò nonostante, l’uso di mezzi a pilotaggio remoto per l’esame degli aeriformi è una attività molto più complessa, poiché richiede un lavoro congiunto di ricerca operativa sui sensori, sui vettori e sull’operatività e, ad oggi, non esistono sistemi privi di equipaggio capaci di effettuare efficientemente queste attività. Un’idea innovativa arriva dalla Toscana. Il progetto “Respira” impiega droni e rover per rilevare residui nell’aria di acido peracetico, usato di frequente durante la pandemia di SARS-CoV-2 per le sanificazioni.
Che cos’è l’acido peracetico?
Inserito nella lista dei disinfettanti utili contro i Covid 19, l’acido peracetico (PAA) è caratterizzato da un elevato potere ossidante, una notevole efficacia biocida, anche a freddo e a basse concentrazioni. Il PAA, in quanto potente agente antisettico e antibatterico, è ampiamente impiegato in molteplici settori fra cui l’industria alimentare, nelle lavanderie industriali, nel settore zootecnico, in quello agricolo e nel settore ospedaliero. È inoltre usato per la disinfezione dei reflui di impianti di depurazione civili e industriali per la disattivazione di grandi varietà di microrganismi patogeni, virus e spore. La sua decomposizione porta alla formazione di composti non tossici quali acido acetico, acqua e ossigeno.
Allo stesso tempo però, se ancora presente negli ambienti, il PAA risulta altamente pericoloso anche per l’uomo in questi casi:
- usato ad alte concentrazioni presenta attività di corrosione di cute e mucose sia per ingestione sia per contatto cutaneo e i vapori hanno un’elevata attività irritante per occhi, naso e gola;
- esposizioni elevate possono provocare edema polmonare e lesioni a fegato e reni;
- può causare dolore epigastrico che può essere associato a nausea e vomito, emorragia gastrica, ulcerazioni delle membrane e dei tessuti, collasso circolatorio con sudorazione, oliguria;
- può causare stenosi esofagee, gastriche e del piloro, che possono comparire anche mesi o anni dopo l’esposizione;
- è riconosciuto come tumorigeno (Fonte NIOSH)
- è un probabile cancerogeno in animali ( Fonte: New Jersey Dept. Of Health & Senior Svcs).
Attualmente il monitoraggio di composti ossidanti aerodispersi, quali il PAA, prevede l’utilizzo di Il monitoraggio del PAA aerodisperso negli ambienti di lavoro, attraverso sistemi automatizzati gestibili in remoto come ad esempio con l’utilizzo di droni, rappresenta un efficace strumento di tutela della sicurezza e della salute dei lavoratori ma anche dell’ambiente: la certificazione della non pericolosità e accessibilità in un luogo sanificato è quindi un elemento essenziale che richiede soluzioni rapide, semplici ed affidabili.
L’utilizzo dei droni per rilevare l’acido per acetico nell’aria
Attualmente il monitoraggio di composti ossidanti aerodispersi, quali il PAA, prevede l’utilizzo di rilevatori elettrochimici portatili palmari o sistemi di arricchimento attivi, che richiedono l’impiego di supporti adsorbenti, quali fiale o filtri, e pompe di aspirazione a controllo elettronico. Tali metodi risultano ottimali per un controllo complessivo dell’ambiente di lavoro o per il monitoraggio del personale, tuttavia risultano di difficile utilizzo in grandi ambienti chiusi (indoor; capannoni, depositi, ecc.), oppure in situazioni particolari, come nel caso della alta disinfezione degli ambienti ospedalieri, dove i locali rimangono sigillati durante il ciclo di sterilizzazione e, per tempi stabiliti, terminato il trattamento.
Questi stessi metodi non risultano però efficaci nel caso in cui sia necessaria una determinazione rapida, anche semi quantitativa, dell’accessibilità di locali e zone sottoposte a disinfezione. Al fine di superare questi problemi, Publiacqua insieme a Giotto Biotech – spin off del CERM, Centro di Risonanze Magnetiche dell’Università di Firenze – e Etruria Volo, società toscana specializzata nella fornitura di servizi tecnologici e professionali basati sull’utilizzo di droni, ha in corso uno studio finalizzato a progettare due dispositivi radiocomandati, uno terrestre (ROVER) e uno volante (UAS) proprio per consentire campionamento e misure semiquantitative in tempo reale senza dover accedere ai locali.
Cosa prevede il progetto “Respira”
Denominato “Respira”, questo progetto innovativo prevede l’utilizzo di droni o rover, a seconda dell’ambiente da perlustrare: nel primo caso viene messo all’opera in ambienti esterni, nel secondo in spazi al chiuso. Questi dispositivi, dotati di autonomia di manovra e comandabili da remoto, consentono all’operatore di eseguire il monitoraggio senza venire in contatto con l’aria potenzialmente ancora non salubre per la presenza del disinfettante utilizzato.
Respira, ammesso ai finanziamenti previsti dal Bando Artes 4.0 del Ministero dello Sviluppo Economico e dedicato al sostegno dei progetti di ricerca industriale e sviluppo sperimentale, si propone di sviluppare una nuova metodologia di applicazione che consentirà l’apertura di nuovi scenari nell’impiego di droni e robot per la sicurezza sul lavoro. I prototipi che saranno sviluppati con il progetto permetteranno di rivolgersi a un settore più ampio, ovvero quello del monitoraggio “da remoto” degli ambienti di lavoro interni ed esterni, per garantire la sicurezza dei lavoratori e la tutela ambientale.
Il prodotto sviluppato studiando nel dettaglio la configurazione e le geometrie di vettore e sensori, i campi di pressione e le velocità ottimali, risulterà infatti applicabile in un variegato spettro di scenari, quali le lavanderie industriali ospedaliere e non, le serre, i vivai e le linee di irrigazione e i magazzini, ma anche spazi ristretti dove c’è poco ricircolo dell’aria come i locali dedicati alla disinfezione degli strumenti in ambito ospedaliero, i luoghi adibiti all’igienizzazione dei contenitori utilizzati in agricoltura, alcuni tipi di celle frigorifere, i siti dedicati alla depurazione dell’acqua, delle tubature e le torri di raffreddamento ad acqua per la produzione energetica.